Di fronte alla splendida cittadina di Castell’Arquato, con il suo inalterato borgo medioevale, si erge un colle ricco di boschi, prati e vigneti. Qui si coltivano uve bianche che, già in fase di raccolta, vengono unite per originare un nettare che rappresenta la terra, la dedizione, la cultura del luogo. Da questa collina prende nome un vino che è l’espressione più classica del territorio: il Monterosso.
La produzione è studiata per combinare le caratteristiche di spicco delle uve bianche locali: l’aroma del Malvasia di Candia Aromatica e del Moscato bianco; la delicatezza dell’Ortrugo; il corpo e l’acidità del Trebbiano Romagnolo e del Beverdino; i sentori speziati e la complessità sensoriale del Sauvignon bianco. Da disciplinare, la zona di coltivazione e vinificazione è limitata alla porzione collinare dei comuni di Alseno, Carpaneto, Castell’Arquato, Gropparello, Lugagnano e Vernasca. La resa massima di uva nei vigneti destinati alla DOC è di cento quintali all’ettaro.
L’interpretazione enologia classica propone tre principali varianti di Monterosso:
Colli Piacentini Monterosso Val d’Arda
Colore: da paglierino a dorato
Odore: delicato, caratteristico
Sapore: secco o abboccato o amabile, fine e sottile di corpo, tranquillo
Titolo Alcolometrico Volumico totale minimo: 11% vol.
Colli Piacentini Monterosso Val d’Arda frizzante
Colore: da paglierino a dorato
Odore: delicato, caratteristico
Sapore: secco o abboccato o amabile, fine e sottile di corpo;
Spuma: evanescente
Titolo Alcolometrico Volumico totale minimo: 11% vol.
Colli Piacentini Monterosso Val d’Arda Spumante
Colore: da paglierino a dorato
Odore: delicato, caratteristico
Sapore: Brut o secco o abboccato, fine e sottile di corpo;
Spuma: fine, persistente
Titolo Alcolometrico Volumico totale minimo: 11% vol.